Maurizio Spoladori detto “Pice”, esempio di sport e altruismo

“Pice” vuol dire solidarietà e… furore

Last Updated: 26 Febbraio 2025

Maurizio Spoladori, non solo sport ma anche altruismo

A San Giovanni Lupatoto tutti lo conoscono per “Pice”, il soprannome (troncatura di “picenin”, riferito alla sua statura da ragazzino) che si porta dietro da oltre 55 anni anche se intanto ha raggiunto la statura di 180 centimetri. All’anagrafe municipale risulta però iscritto come Maurizio Spoladori (nella foto), classe 1957, pensionato delle ferrovie ma se ci fosse il campo “detto” (come si usava fino a inizio Novecento sui registri anagrafici per riportare il soprannome) si potrebbe aggiungere a Pice anche quello di Furore che forse meglio rappresenta l’impeto e la forza interiore con le quali Maurizio si è buttato e si butta tuttora nelle nuove sfide sportivo-solidaristiche che si va a cercare e che la vita gli riserva.

Il Pice, sposato dal 1981 con Luisa che gli ha dato due figli, ha la caratteristica di “buttarsi” al 100 per cento nelle cose in cui crede. Lo ha fatto nello sport, cominciando con il calcio e il motocross e passando poi alla mountain bike, specialità ciclistica nella quale fra il 1985 e il 1995 ha raggiunto livelli di eccellenza assoluta. «In salita non ero quella che si definisce una super scheggia ma in discesa non frenavo mai e questa caratteristica mi faceva conquistare posti in classifica» racconta oggi, sorridendo, il ferroviere ciclista. E il non frenare mai pare sia diventata una sua regola di vita nell’attività a favore degli altri. Il Pice da quasi venti anni si sta impegnando su vari fronti e per svariate battaglie per il bene di chi ne ha bisogno. «Inutile nascondere che io sia un tipo un po’ vivace e che occupa volentieri il centro della scena – sottolinea Spoladori –. Credo che questo dato comportamentale possa essere anche un talento e che come tale possa essere impiegato a favore degli altri» dice ancora. Detto, fatto. Ed eccolo nel 2006 intento a fondare la Società ciclistica Lupatotina, compagine amatoriale, spesso braccio operativo delle iniziative di Maurizio. «Con gli amici ciclisti nel giro di sei anni siamo andati in bici una volta a Lourdes e una volta a Medjugorie partendo da Verona – racconta il Pice –. In entrambi i pellegrinaggi a colpirmi sono state le manifestazioni di fede e di speranza dei malati» dichiara ancora il Pice. Maurizio, sempre alla guida di una comitiva che viaggiava su due ruote, è stato anche due volte in pellegrinaggio dal Papa a Roma ed ha organizzato varie altre iniziative solidaristiche.

Dal 2017 il Pice con gli amici Daniele Perletti e Roberto Perini si è inventato il “Luparound”, una serie di prove in salita, anche molto impegnative, sulle più note ascese che si dipanano temporalmente per circa 5 mesi (da maggio a ottobre) e prevedono l’assegnazione del titolo a chi ha completato tutte le “imprese” senza il vincolo dei tempi di percorrenza.

Renzo Gastaldo

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