Luigi Lineri l’uomo dei 50mila sassi
Lavorati e lasciati dagli avi in Adige
È orgoglioso della sua raccolta di sassi Luigi Lineri (nella foto), 87 anni di Zevio, che custodisce a casa sua, fra barchessa e giardino, circa 50mila sassi (levigati) trovati in Adige. Ed è convintissimo della sua personale teoria: quelle pietre sono la testimonianza lasciataci da un popolo preistorico. Una passione/missione iniziata nel 1964 quando rinvenne casualmente, fra i sassi del progno di Mezzane, una selce. «La presi in mano e subito mi venne da pensare chi mai avesse scolpito un utensile così bello e utile – ricorda Lineri –. A questa domanda io ho dato una mia risposta che ho maturato, dopo aver approfondito le mie conoscenze sul mondo preistorico, nei successivi dieci anni di ricerche di altri sassi in Adige. Quei sassi che avevo pazientemente raccolto e selezionato erano la testimonianza della civiltà della pietra e da loro potevo intuire i vari gradi di evoluzione che l’uomo di quel tempo aveva avuto».
Luigi Lineri, che di professione fa l’infermiere all’ospedale di Zevio, decide in quegli anni di dedicare tutto il suo tempo libero alla ricerca di sassi nell’Adige concentrando la sua attenzione su particolari forme: la testa di pecora, di cane, di pesce, le rotondità del corpo femminile, il volto d’uomo o le pietre appuntite che potevano essere fissate sopra un manico di legno per ottenere un’ascia da usare in combattimento. Le pietre di Lineri sono scelte e aggregate per forma e, le più belle, fissate su pannelli di legno che sono esposti in casa o alle pareti della barchessa mentre le rimanenti sono riposte in svariati grandi cassoni.
L’ipotesi formulata da Lineri che i sassi possano essere stati lavorati da uomini primitivi e poi lasciati nel fiume quali segni di dedicazione alle divinità, resta tutta da dimostrare sia sul piano storico sia su quello scientifico. Rimane però altrettanto da scoprire chi abbia operato a levigare o smussare sassi per conferire loro forme del tutto particolari. E per il futuro, quale destino aspetta la mega raccolta di sassi dell’Adige? Luigi Lineri non si fa sfuggire l’occasione per una battuta sarcastica ma anche filosofica: «Se il pianeta corre velocemente verso l’autodistruzione, come sta facendo attualmente, non c’è neppure motivo di preccuparsi dei miei sassi. Per parte mia ho il cuore in pace, ho fatto quello che avevo da fare e ho detto quello che avevo da dire. Al resto penseranno gli altri».
Renzo Gastaldo